lunedì 20 gennaio 2014

Riciclaggio di batterie agli ioni di litio per il recupero di metalli pesanti pericolosi - Piano d’azione per l’ecoinnovazione

Riciclaggio di batterie agli ioni di litio per il recupero di metalli pesanti pericolosi - Piano d’azione per l’ecoinnovazione: Riciclaggio di batterie agli ioni di litio per il recupero di metalli pesanti pericolosi - Piano d’azione per l’ecoinnovazione


Riciclaggio di batterie agli ioni di litio per il recupero di metalli pesanti pericolosi

Il progetto RecLionBat, finanziato mediante lo strumento finanziario per l'ambiente (LIFE), ha sviluppato una tecnica per il trattamento delle batterie agli ioni di litio esaurite, prevalentemente utilizzate in dispositivi elettronici portatili, che consente di recuperare cobalto e nichel.

Le batterie ricaricabili agli ioni di litio (Li-ion) alimentano numerosi dispositivi elettronici, quali telefoni cellulari, computer portatili e fotocamere digitali. Tali batterie offrono un eccellente rapporto energia/peso, non influiscono sulla memoria e producono perdite di carica ridotte quando non vengono utilizzate.

Ogni anno, tuttavia, si stima che l'Unione europea (UE) produca circa 160.000 tonnellate di batterie esaurite. Oltre a costituire una significativa fonte di rifiuti, queste batterie contribuiscono al consumo di importanti risorse e metalli.

Per conservare risorse e ridurre al minimo il degrado ambientale, problemi di cui si occupano il Piano d'azione per le tecnologie ambientali (ETAP, Environmental Technologies Action Plan ) e la strategia Europa 2020, l'UE ha introdotto la nuova direttiva sulle batterie per ridurre la minaccia costituita dalle batterie esaurite per la salute umana e l'ambiente. In base alla direttiva, in vigore dall'ottobre 2008, i produttori sono ora responsabili del trattamento delle batterie residue. Dal settembre 2009, inoltre, gli Stati membri devono assicurare che le batterie raccolte vengano trattate e riciclate utilizzando le migliori tecniche disponibili.

Le batterie Li-ion pongono una speciale minaccia, in quanto contengono un'elevata percentuale di metalli pesanti pericolosi. Delle 4.000 tonnellate di batterie agli ioni di litio scadute raccolte nel 2005, 1.100 erano costituite da metalli pesanti, mentre altre 200 erano costituite da elettroliti tossici. La società francese Société Nouvelle d’Affinage des Métaux (SNAM), insieme alla belga Floridienne Chimie, ha fondato il progetto RecLionBat per sviluppare una tecnica di riciclaggio di tali batterie. Al progetto sono stati destinati oltre 1,5 milioni di euro, incluso un finanziamento di 380.000 euro da parte di LIFE.

Tramite questo progetto, la SNAM ha costruito una struttura pilota con una linea di trasformazione per convogliare, smistare, trattare termicamente e distruggere batterie Li-ion esaurite. Il progetto ha sviluppato un efficace trattamento di pirolisi, che comporta il riscaldamento delle batterie raccolte in modo che gli elementi costitutivi, quali rame, ferro e piccoli composti, possano essere separati tramite macinazione e setacciatura. I piccoli composti vengono quindi trattati chimicamente per estrarre cobalto e nichel, che vengono rivenduti ai produttori per il riutilizzo.

Questo processo consente di riciclare fino al 60% dei componenti delle batterie. SNAM stima che un'unità RecLionBat di 1.000 tonnellate è in grado di recuperare dalle 550 alle 600 tonnellate di metalli adatti per il riutilizzo, contribuendo in tal modo a preservare le risorse naturali e l'ambiente. La quantità residua di rifiuti destinata alla discarica, inoltre, risulta notevolmente ridotta.

Dalla conclusione del progetto LIFE, la SNAM ha sviluppato un processo proprio di riciclaggio delle batterie e trasforma ora batterie esaurite da tutta Europa. La società collabora con le agenzie di raccolta francesi SCRELEC e COREPILE, nonché con BEBAT in Belgio e G&P nel Regno Unito.

venerdì 20 dicembre 2013

FRIULI, AMBIENTE: BONIFICATA LA DISCARICA DI RIFIUTI PERICOLOSI A FUSINE

Con la bonifica e messa in sicurezza, si è definitivamente conclusa la vicenda della discarica di rifiuti pericolosi che aveva interessato un'area di circa 2.000 metri quadrati in località Scichizza, a Fusine Val Romana (Tarvisio). Una nota azienda della zona, infatti, aveva scaricato materiali ferrosi, pneumatici, plastiche e sostanze contenenti piombo, rame ed idrocarburi vari, attività che è stata scoperta grazie ad un'indagine condotta dal CFR-Corpo Forestale Regionale. La bonifica ha reso necessario l'asporto di alcune migliaia di metri cubi di terreno, smaltito poi in apposite discariche fuori regione e la sua sostituzione con terre e ghiaie pulite. A poca distanza dal terreno bonificato, tra l'altro, sorge il biotopo denominato Torbiera di Scichizza a cui il materiale inquinante avrebbe potuto arrecare gravi danni a livello di ecosistema. ARC/Com/RED

martedì 17 dicembre 2013

Iran, nucleare: irritazione del Ministro degli Esteri Zarif in intervist...

http://it.euronews.com/2013/12/16/ira...
Primi passi diplomatici sul nucleare iraniano dopo la firma dell'accordo preliminare di Ginevra del 24 novembre: il Ministro degli Esteri di Teheran, Omar Zarif, ha ricevuto una delegazione dell'Unione europea alla vigilia della sua visita a Bruxelles, dove incontrerà la titolare della diplomazia dei 28, Catherine Ashton. E in giornata Zarif ha parlato anche al telefono con il Segretario di Stato americano, John Kerry, al quale ha espresso la propria delusione per la recente decisione di aggiungere una decina di nomi alla lista nera dei sospettati di violare le sanzioni da tempo imposte dagli USA contro l'Iran.

lunedì 9 dicembre 2013

FVG, AMBIENTE: "LE VOCI DELLA PIOGGIA", DOCUMENTARIO PER LE SCUOLE


Un racconto sul ciclo dell'acqua: come nasce, come si prevede e si misura la pioggia, quali percorsi segue in città e in campagna, qual è la sua forza ed energia, per finire con le testimonianze della saggezza popolare e contadina nelle quattro lingue parlate in Friuli Venezia Giulia: italiano, friulano, sloveno e tedesco. Questo, in sintesi, il documentario "Le voci della pioggia", realizzato dall'OSMER-ARPA FVG in collaborazione con il LaREA-Laboratorio Regionale di Educazione Ambientale, nell'ambito del progetto Meteurego finanziato dalla Regione. Il documentario, rivolto in particolare al mondo della scuola, è stato presentato oggi a Palazzo Attems Petzenstein a Gorizia dall'assessore regionale all'Ambiente Sara Vito, presenti la vicepresidente della Provincia Mara Cernic, i responsabili dell'OSMER (Osservatorio Meteo Regionale) e del LaREA, assieme al giovane regista Tommaso Lessio, di Cinemazero di Pordenone.

Nel filmato si alternano le spiegazioni dei previsori dell'OSMER, illustrate da efficaci animazioni, immagini di eventi atmosferici, racconti e detti popolari sulla pioggia in italiano e nelle lingue minoritarie. "Il documentario - ha detto l'assessore Sara Vito - è caratterizzato da una grande capacità comunicativa, con finalità didattiche. L'educazione è un aspetto fondamentale delle politiche ambientali perché bisogna ristabilire un rapporto serio tra uomo e ambiente". L'assessore Vito ha sottolineato il ruolo delle previsioni meteorologiche e quindi dell'OSMER. "Non dobbiamo infatti limitarci ad intervenire - ha detto - in caso di emergenza, puntando invece sulla prevenzione e sulla programmazione, quindi sulla cura del territorio. Per questo la nuova Amministrazione regionale ha più che raddoppiato in Finanziaria le risorse per prevenire il rischio idraulico, mentre adeguati finanziamenti per la prevenzione dei fenomeni franosi saranno inseriti nelle variazioni di Bilancio". Stefano Micheletti, direttore dell'OSMER, ha spiegato la scelta del tema del documentario didattico: il clima del Friuli Venezia Giulia varia a seconda delle zone, ma è sostanzialmente temperato, senza eccessi. Ciò che caratterizza il clima regionale è proprio la pioggia che, in alcune aree come nelle Prealpi Giulie, raggiunge i 3.000 millimetri medi annui, una piovosità tra le più alte d'Europa.

giovedì 5 dicembre 2013

Investire su foreste alpine fa risparmiare Sottosegretario a incontro a Trento della Convenzione delle Alpi

TRENTO - "Investire sulle foreste alpine per prevenire e contrastare il dissesto idrogeologico consente non solo di salvaguardare l'ambiente e l'ecosistema, ma anche di ridurre i costi tra le 5 e 20 volte, a seconda delle diverse situazioni, rispetto a quelli che si dovrebbero sostenere per realizzare opere con funzione protettiva". Lo ha detto il sottosegretario al Ministero dell'Ambiente, Marco Flavio Cirillo, nel corso del workshop su 'I servizi ecosistemici delle foreste alpine: identificazione, valutazione e strumenti potenziali per la loro valorizzazione' organizzato oggi a Trento dalla Presidenza italiana 2013-2014 della Convenzione delle Alpi e dalla Provincia autonoma di Trento.

Letta, decreto anti-emergenza. Orlando,Stato riconquisterà fiducia

ANSA, Terra dei fuochi, dal governo una 'risposta senza precedenti'

ROMA - Nuove norme per rimarginare le ferite aperte nella Terra dei fuochi, che rappresentano una "risposta senza precedenti" da parte del governo, dello Stato. Questo lo spirito che, secondo il premier Enrico Letta, anima il decreto sulle emergenze ambientali e industriali, un provvedimento che si concentra sull'emergenza Terra dei fuochi con l'inasprimento della legge e l'introduzione del reato di combustione di rifiuti.